Passa ai contenuti principali

Le cose non vanno come vorresti? Cambia punto di vista. Ecco come fare!

Ci sono dei momenti della vita in cui ti chiedi perché le cose vadano in un certo modo, cerchi di trovare un senso in quello che fai e hai bisogno di risposte che alleviano quella sensazione di vuoto e di frustrazione che alleggia dentro di te, ma nulla sembra darti sollievo. Sono quei periodi in cui ti sembra di perdere tempo, hai la sensazione che qualcosa ti stia sfuggendo di mano… che l’esistenza stessa stia passando sotto i tuoi occhi senza godertela appieno. Se sta capitando anche a te, stai tranquillo che è del tutto normale e dimostra una profondità che altri non possono comprendere.

Io li definisco i richiami dell’anima; credo, infatti, che sia proprio la nostra parte più profonda a farci sentire così, a tormentarci al solo fine di svegliarci da quel torpore che per troppo tempo ha bloccato la passione non consentendo al nostro talento di emergere. Possiamo decidere di reagire in modi diversi a questi richiami e ognuna delle decisioni che prenderemo avrà un’inevitabile conseguenza. Possiamo mettere a tacere tale malessere combattendolo e credendo che sia qualcosa di dannoso per noi. E in un primo momento può sembrare la cosa più logica da fare, la più semplice e quella condivisa dalla maggioranza delle persone ma sicuramente con il tempo ci si accorge che non è stata la scelta più saggia.



Ben presto, infatti, quello che è un semplice malessere può trasformarsi in un disagio, diventare un disturbo e infine una malattia. Quando rispondiamo in questo modo a quello che sentiamo, quando vogliono far tacere la nostra voce interiore, non facciamo altro che creare un mostro; non possiamo evitare di essere quello che siamo, la nostra vera essenza vuole manifestarsi e lo fa attraverso tali richiami mostrandosi in modi diversi e in maniera sempre più forte fino a quando non avrà preso la nostra attenzione. Altre volte si decide di trascurare queste sensazioni, si evita di prestare loro attenzione e di darle la giusta importanza, si cerca di convivere con esse facendo finta che vada tutto bene e si continua a seguire la propria routine quotidiana, ma a un certo punto ci si accorge che questa convivenza non può essere possibile e allora si tende a riempire le giornate d’impegni continui, ci si crea una vita frenetica con tante cose da fare per evitare così di prestare loro attenzione e comprendere cosa vogliono dirci per paura delle conseguenze.

Questo tipo di atteggiamento non fa altro che rendere la vita triste; sì perché, riempiendo la nostra esistenza di cose da fare, tenderemo a snaturare completamente la nostra natura e a vivere una vita che non ci appartiene. Quando evitiamo di dare ascolto alla voce del Sé seguiamo un copione, indossiamo un abito che non solo non ci sta bene ma che non abbiamo mai voluto indossare, fingiamo di non avere desideri e aspettative, quando non è vero; ostacoliamo noi stessi attraverso atteggiamenti inconsci e falsi impedimenti. Come dei sonnambuli trascorriamo l’esistenza trovando sempre il modo di dire No ai nostri sogni e a quello che vogliamo realmente.
 Non voglio essere frainteso: non c’è nulla di male a vivere una vita tranquilla ma troppe persone conducono un’esistenza fatta di disperata tranquillità. 

Vi è infine un terzo comportamento che si manifesta in due modi: il primo è il vittimismo, la tendenza a puntare il dito contro l’economia, le persone, le leggi, il matrimonio, la famiglia, il lavoro, contro tutti e tutto nel tentativo di trovare un capro espiatorio che giustifichi la propria passività nel non seguire il proprio Sé. Si è consci di non vivere secondo i propri desideri ma non si ha il coraggio di prendersi le responsabilità e decidere di agire. Il secondo modo in cui si manifesta è il sentirsi in gabbia; ci si è creati tutta una serie di situazioni in maniera consapevole, per esempio una famiglia, uno specifico lavoro, i figli ma ad un certo punto ci si è accorti che nella propria esistenza manca qualcosa: si vorrebbe tornare indietro e cambiare tutto però ci si accorge che questo non è possibile; si passa così da momenti di euforia a momenti di tristezza e senso di vuoto, da attimi di forte gratitudine per quello che si ha ad altri di negazione verso le scelte fatte. Si ha la sensazione di sentirsi in trappola e di aver fatto poco nella vita, si vive di rimpianti verso decisioni che si volevano prendere ma che non sono state fatte e si tende così a rimanere ancorati al passato.

A coloro i quali si sono trovati o si trovano in una di queste condizioni, dico di stare calmi, di non rinnegare questa voce per quanto possa far paura, di lasciarle fare il suo corso. Non bisogna pensare di stravolgere la propria esistenza tuttavia forse è arrivato il momento di mettere ordine, di dare spazio a quella parte di noi per troppo tempo abiurata. Nulla succede per caso. Di conseguenza rinnegare quanto fatto, perché oggi le cose non sembrano andare come si vorrebbe, significa non avere fiducia nelle infinite possibilità che l’universo ci offre e pretendere di avere il controllo sul nostro destino. Impariamo a rilassarci: l’esistenza non può e non deve essere una corsa contro il tempo ma un viaggio in cui impariamo a goderci il percorso. Seguiamo il nostro intuito e accogliamo gli eventi così come vengono, apriamo gli occhi alla vita e seguiamo il flusso, perché le cose spesso sono più semplici di quello che appaiono. Basta solo lasciare che altre forze facciano la loro parte!

Commenti

Post popolari in questo blog

La Compassione

La compassione è una delle emozioni più nobili che l’essere umano possa provare e dimostra una profondità d’animo che non tutte le persone riescono a sentire. Provare compassione significa immedesimarsi nell’altro, percependo quello che prova l’altra persona e riuscendo, quindi, a comprendere i suoi sentimenti. Continua a leggere su Cultura & Culture:  http://www.culturaeculture.it/diari/migliora-la-tua-vita/la-compassione-78371/